domenica 12 agosto 2018

LEGGENDO QUI E LA': NON C'E' GUSTO SENZA TE e I BAMBINI PIU' FELICI DEL MONDO

Buongiorno! Finalmente sono in ferie, anche se me ne renderò davvero conto domani mattina quando non suonerà la sveglia, e come da manuale sono già alle prese con le mille cose che voglio fare approfittando di due settimane da dedicare a casa e famiglia. Sto cercando però di non farmi trascinare nel vortice dell'impossibile, voglio sì fare un po' di cose, ma anche riposarmi, se no non sarebbero vacanze, ma lavori forzati. Rispetto ai miei elevati standard di pretese spero quindi di riuscire ad adottare un metodo più "olandese". Giusto oggi ho finito di leggere "I bambini più felici del mondo", un libro in cui due mamme ( una inglese e una americana di origine asiatica trasferitesi in Olanda ) raccontano com'è la vita delle famiglie olandesi in cui, da statistiche e sondaggi, crescono i bambini più felici del mondo. Sembra che la chiave del successo sia una cultura bambino-centrica, in cui si dà ai più piccoli ampia libertà su tutti i fronti, in cui la scuola non punta sui voti alti, ma sul favorire il pieno sviluppo di ognuno rispettando carattere e tempi di ciascun bambino, in cui si lavora al massimo 36 ore la settimana e si prediligono i lavori part time, anche per i papà, per poter passare più tempo in famiglia, in cui non si punta ad emergere e a mostrare la propria unicità, ma si cerca in tutti i modi di rientrare nella normalità, in cui le mamme possono conciliare facilmente lavoro e famiglia senza stressarsi troppo, il tutto condito con vita all'aria aperta e granella di cioccolato a colazione! In parte mi trovo in sintonia con il metodo educativo olandese, anch'io lascio mio figlio molto libero di giocare da solo con i suoi amici anche senza stretta sorveglianza, anch'io preferisco che vada volentieri a scuola e si trovi bene con insegnanti e compagni piuttosto che pretendere tutti 10 ma vederlo insoddisfatto o stressato già alle elementari, anch'io organizzo feste di compleanno solo per gli amici più stretti e anche a me piace che a tavola ci si racconti le reciproche giornate, però a differenza dell'Olanda il nostro sistema scolastico e il mondo del lavoro non sono così family-friendly come potrebbero essere e così è più difficile conciliare tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana mantenendo una certa rilassatezza come quella delle mamme olandesi. In ogni caso molte delle mie scelte educative sono dirette conseguenze di altre scelte e forse in contesti diversi farei diversamente, primo fra tutti il fatto di lasciare mio figlio da solo al parco giochi. Prima di trasferirmi dove sono ora non me lo sarei mai sognato, anche se ogni tanto mi sedevo su una panchina a leggere e lo perdevo di vista tra la folla di bambini che correvano urlando da un gioco all'altro, poi lo cercavo con lo sguardo in ansia finchè non lo vedevo di nuovo, certa che non sarebbe mai scappato da solo, ma con la preoccupazione che potesse essersi allontanato in compagnia di uno sconosciuto. Adesso viviamo in una piccola frazione, dove le case sono poche , il traffico quasi inesistente e bambini e adolescenti si conoscono tutti e condividono serenamente l'unico spazio pubblico presente: il parco giochi. Sono tutti abituati a ritrovarsi lì, grandi e piccoli, a parlare e giocare insieme, sorvegliandosi a vicenda o andando insieme in giro in bicicletta. I primi giorni uscivo ogni 10 minuti sulla porta di casa a controllare che fosse tutto a posto, poi pian piano ho smesso di controllare così spesso finchè sono arrivata alla tranquillità di lasciarlo uscire sia di giorno che di sera da solo con gli altri con le uniche raccomandazioni di venire a dirci se si sposta ( per esempio a casa di qualcuno ) e di tornare all'ora che abbiamo stabilito. Non è facile lasciarlo andare, ma sono certa che trarrà un ottimo insegnamento di vita da questa possibilità che ha, in fondo deve imparare a relazionarsi e ad arrangiarsi da solo, non può che fargli bene e aumentare la sua sicurezza in sè. Certo è che questa libertà non gliela concederei se abitassimo in un'altra zona del paese, quindi abbraccio il metodo olandese perchè qui sento che la collettività partecipa all'accudimento di mio figlio ( gli amici, i vicini, le altre mamme ), altrove non succede e nemmeno io mi fiderei a lasciare mio figlio da solo al parco all'età di 8 anni. Per tutti gli altri temi trattati nel libro ( che vi consiglio ) è chiaro che il nostro sistema sociale non consente di gestire la vita familiare nello stesso modo, ma un atteggiamento più rilassato e meno esigente possiamo provare ad averlo anche qui, a non pretendere che i nostri figli siano i migliori in tutto, che facciano sempre ciò che noi chiediamo loro e che affrontino con il sorriso scuola, attività extra e tutti gli impegni che noi creiamo per loro; lasciamoli più liberi, liberi di essere se stessi, di giocare, di imparare a modo loro andando alla scoperta del mondo, di annoiarsi anche, liberi di pensare con la loro testa, di sperimentare, di cadere e farsi male, perchè solo così possono imparare a rialzarsi più forti di prima. Si potrebbe continuare per ore a commentare tutto quello che si dice nel libro e adesso non è possibile, ma se prima di leggerlo ero un po' scettica in realtà sono contenta di averlo letto, mi ha fatto riflettere su che tipo di mamma sono e posso ritenermi soddisfatta delle conclusioni che ne ho tratto. L'altra lettura che vi consiglio, decisamente più leggera e di altro genere, è "Non c'è gusto senza te", una divertente e romantica storia a colpi di ricette tra uno chef e una blogger. La storia è davvero carina e ci sono semplici ricette da poter copiare, io vorrei provare le lasagnette ruffiane e il dolce arcobaleno prêt-à-porter. Volete sapere di cosa si tratta? Leggete il libro e lo scoprirete. Una lettura che si adatta al periodo estivo e vacanziero, leggera al punto giusto e ricca di spunti culinari. E allora, che dire? Buona lettura a tutti!!

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